Vi avevamo promesso delle novità, ed eccole qui. La poesia arriva a CondiMenti Festival 2020 con due autrici di grande talento: Alice Diacono e Beatrice Zerbini.
Alice Diacono è nata nel 1987 e, nonostante la giovane età, è una prolifica autrice di poesie, prose, articoli e saggi. Ha scritto e collaborato con numerosi blog, riviste e realtà editoriali come Vice, Doppiozero, Il Fatto Quotidiano, L’Indiependente, Neutopia, In fuga dalla bocciofila. Nel 2019 ha frequentato la scuola di scrittura Bottega Finzioni di Bologna e ha pubblicato il saggio Santa Libera: storia di un’insurrezione armata con l’A.N.P.P.I.A e la Casa della Resistenza di Torino.
A CondiMenti Festival 2020 Alice presenterà Veniamo dal basso come un pugno sotto il mento, la sua raccolta di poesie e prose poetiche (Battaglia Edizioni, 2019). È un delizioso e tenace libro illustrato adatto anche a chi non legge e odia la poesia, i suoi testi vanno giù come patatine fritte, da godere un po’ per volta comodamente seduti al gabinetto. Un viaggio lungo dieci capitoli dove si parla di presa di coscienza della propria femminilità, respiro, cadute dai pattini, buchi neri, incapacità di amare, Antropocene, file alle Poste, precariato emotivo ed economico, sradicamenti, clamori, pensamenti, euforia e disforia, morti e rinascite. Le letture dal vivo prevedono: musica da sballo con ritmi sferzanti, un bidè illuminato e un gran coinvolgimento emotivo con picchi di esaltante romanticismo e di tormentato esistenzialismo, il tutto servito in salsa agrodolce. Decisamente da non perdere!
Beatrice Zerbini è una giovane poetessa contemporanea nata a Bologna, città dove vive e lavora. Negli anni, ha collaborato con diversi quotidiani e riviste.
A CondiMenti Festival 2020 presenterà la sua prima raccolta poetica, In comode rate. Poesie d’amore, uscita a gennaio 2020 ed edita da Interno Poesia. È un libro d’amore e di amori, di incontri e separazioni, di folgorazioni e improvvise mancanze. Una raccolta che prende a prestito, attraverso un registro espressivo colloquiale e idiomatico, le redivive e gozzaniane “buone cose di pessimo gusto”; con uno sguardo umano, e dunque mai totalmente quieto, su una quotidianità che regala, non di rado, incomode circostanze, rate emotive da pagare a cadenza regolare, questo volume consegna una poesia in grado di fare innamorare.
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